
DIETRO lo pseudonimo “Mafalda”, probabilmente si cela una persona che conosce abbastanza bene l'odissea del Liceo Scientifico "Berto" che, dopo un anno di attesa, non ha ancora raggiunto la sua Itaca. Si aspettava l'arrivo dell'anno scolastico in corso con la speranza di poter abbandonare per sempre i locali fatiscenti dentro i quali un buon numero di studenti è costretto da tempo a fare lezione. Invece, con l'anno nuovo, si son dovuti occupare anche i laboratori della sede centrale mettendo a dura prova le attività della scuola. Ma il senso del dovere ha portato studenti e docenti a continuarel'impegno scolastico nei luoghi disponibili sopportandoi disagi.
Ciò non toglie che le speranze di poter usufruire dei locali dell'edificio già costruito e pronto adiacente all'attuale sede del Berto sono sempre più vive. Il Berto intende ringraziare “Mafalda”che, in una lettera pubblicata sul quotidiano on line in data 24 marzo nella rubrica ilfilodiretto@ilquotidianoweb.it espone con chiarezza la vicenda che interessa ancora il liceo.
«Anche i più indifferenti,ormai, - si legge nellalettera - si saranno chiesti com'è possibile non si sia ancora riusciti a trovare una soluzione alla mancanza di locali capaci di contenere tutti gli studenti del Liceo Scientifico di Vibo Valentia, visto che proprio accanto all'attuale sede si trova, già bello e pronto,un nuovo edificio costruito, guarda caso, proprio per sopperire a tale insufficienza. In effetti - scrive Mafalda - c'è da rimanere alquanto perplessi: la soluzione sarebbe lì, a un passo, anzi, a pochi passi, quelli che separano l'attuale sede dell'istituto con l'attiguo nuovo edificio, se tra di essi non si frapponesse un muro spesso e invisibile che, a quanto pare, è ben più difficile da abbattere di un muro in cemento armato: quello della burocrazia. Che altro se no? Non vogliamo pensarlo…
Qualunque siano i motivi, è certo che questa, dal 1960, anno in cui veniva istituito il Liceo Scientifico Statale a Vibo Valentia, è la più incredibile delle sue traversie. Inizialmente ubicato in alcune aule del Liceo Classico Michele Morelli, con gli anni gli vennero forniti ulteriori locali in via Kennedy, e nell'anno scolastico 1969-70 fu dotato di una sede provvisoria in una palazzina per civile abitazione in via Santa Maria dell'Imperio. Gli studenti più fortunati si trovavano in aule che in progetto erano adibite a sale da pranzo: erano le più ampie e confortevoli. Non male. La provvisorietà di questa sede - prosegueMafalda - ebbe termine vent'anni dopo, quando l'amministrazione provinciale, guidata da Ottavio Bruni, forniva finalmente all'intera città di Vibo un istituto adeguato e sicuro, quello attuale. Unico neo, l'insufficienza di aule per contenere tutti gli studenti, ogni anno sempre più numerosi, e la mancanza di una palestra. Ma anche a tale problema si poneva soluzione grazie al decisionismo dell'allora presidente della Provincia, che nel 2007 sottoscriveva un nuovo contratto di locazione per un nuovo edificio che di lì a poco sarebbe stato costruito proprio accanto a quello attuale, del quale doveva costituire il suo naturale completamento, e che adesso se ne sta lì, in bella mostra, come una specie di cattedrale nel deserto, il deserto della politica e delle idee, dove già la normalità è un miraggio. Gli studenti, durante le lezioni, avranno potuto osservare dalle loro finestre l'andamento dei lavori e pregustare un istituto degno di questo nome, ma si sa, i governi passano, la burocrazia resta. Quando l'edificio viene completato, l'amministrazione provinciale ha cambiato volto: al posto di Ottavio Bruni c'è ora FrancescoDe Nisi, il quale, con una sorta di decisionismo al contrario, considera l'affitto dell'immobile stabilito dalla precedente amministrazione (con la quale i rapporti non si possono certo definire idilliaci), non conveniente, e ne propone l'acquisto. Il proprietario dell'immobile, che ha già in mano un contratto di locazione sottoscritto dalla stessa provincia, ovviamente rifiuta, e nasce così un contenzioso giudiziario che sappiamo quando è iniziato, ma che non possiamo neppure immaginare quando potrà finire.
Il risultato è che con l'inizio dell'anno scolastico 2008/09, buona parte degli studenti del liceo si è dovuta nuovamente adattare in sedi di fortuna; i soliti locali per civile abitazione e, pare, persino in rimesse per auto... “
La lettera di “Mafalda”, che invitiamo a leggere nel suo intero sul sito del Quotidiano della Calabria, prosegue ancora». Il Liceo Berto, dalla dirigenza, a tutto il personale e a tutti gli studenti, ringraziano la persona che, dietro lo pseudonimo di Mafalda, ha voluto spendere un po' del suo tempo per perorare la sua causa.
V. S. ilQuotidiano, 23 aprile 2009