27 gennaio 2011

Liceo Scientifico Berto: si tratta l'acquisto

La dirigente del Liceo Scientifico
"Berto" Maria Silvestro
Si tratta, ma le parti sono ancora distanti. L'acquisto dei nuovi locali attigui al Liceo Scientifico si complica e non poco. La proposta di transazione avanzata dall'Immobiliare Europa di Girolamo Soriano si è arenata di fronte all'esigenza della Provincia di andare a definire il valore dell'immobile. Il nodo è arrivato al pettine l'altro ieri pomeriggio nel corso di un incontro operativo tenutosi nella sede dell'Amministrazione provinciale al quale erano presenti il presidente Francesco De Nisi, l'assessore al Bilancio Pasquale Fera, il direttore generale Ulderico Petrolo, il segretario Francesco Marziali, rappresentanti dell'Immobiliare Europa e la dirigente del Liceo Scientifico "G. Berto" Maria Silvestro. Il costruttore, sulla base delle valutazioni tecniche di parte, secondo quanto è trapelato, avrebbe fissato il prezzo d'acquisto dell'immobile intorno ai sette milioni di euro, mentre la Provincia ritiene la richiesta piuttosto spropositata e non sarebbe orientata a superare i 4 milioni e mezzo di euro. Si tratta di cifre approssimative sia da una parte che dall'altra, ma che di fatto danno il senso dell'enorme distanza che in questo momento ancora esiste sulla vicenda dell'ampliamento del Liceo Scientifico.

Eppure di recente le parti sembrava stessero per arrivare ad un accordo (o forse qualcuno lo aveva pure firmato) al punto che l'Immobiliare Europa si era impegnata a ritirare tutto il contenzioso aperto nei confronti dell'Amministrazione provinciale: un procedimento penale e uno civile. In questo secondo caso davanti al Tribunale attraverso il quale la società chiede il risarcimento per la mancata attuazione del contratto precedente siglato il 2 luglio del 2008 attraverso il quale veniva pattuito il fitto dei locali da destinare ad aule del liceo Scientifico per sei anni con un canone di 272.432 euro più Iva. Nello stesso contratto, inoltre, veniva anche ipotizzata la vendita dell'immobile ad un prezzo da determinare. Ma come si ricorderà quel contratto è stato successivamente revocato perché l'edificio non aveva ancora la destinazione d'uso, ottenuta per aule e laboratori solo successivamente.

Spetta ora ai tecnici delle parti poter arrivare a un punto d'incontro diversamente il liceo Scientifico (1. 370 studenti) diviso in tre sedi compresa quella centrale, continuerà ad andare avanti tra i disagi e senza la necessaria sicurezza. Obiettivo delle parti è quello di arrivare ad un punto di incontro e stabilire una stima dell'immobile la cui cifra dovrà successivamente essere vagliata dall'ufficio erariale. Per il momento, però, la differenza è notevole: la Provincia non intenderebbe in nessun modo andare oltre i 4 milioni e 500mila euro, mentre l'immobiliare Europa avrebbe avanzato una richiesta ben precisa: 7 milioni e 900mila di euro. E, in questo caso, c'è una differenza di circa tre milioni.

n.l. Gazzetta del Sud, 27 gennaio 2011

22 gennaio 2011

Liceo scientifico: i particolari dell'accordo

Palazzo ex Enel - Sede dell'Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia
La vicenda è nata nel 2007, quando venne firmato un contratto preliminare tra il costruttore e l'amministrazione provinciale. C'era nei fatti un accordo di massima tra le parti. La Provincia doveva dare a tutti i costi una risposta in tempi brevi al Liceo Scientifico "G. Berto", una delle scuole più prestigiose e più frequentate (1. 370 studenti), la cui dislocazione attualmente è disposta in tre plessi per insufficienza di aule nella sede centrale di via Santa Ruba. A distanza di oltre tre anni la pratica potrebbe essere chiusa da qui a breve. Si intravedono spiragli positivi anche se non tutti all'amministrazione provinciale sono convinti di chiudere. Le parti sono disponibili a trattare, la proposta d'accordo è già sul tavolo degli amministratori. Anche se per il momento la delibera da parte dell'esecutivo non c'è ancora. Bisognerà conoscere i termini del nuovo accordo e soprattutto capire perché quello che non è stato possibile sottoscrivere nel 2008 potrebbe essere possibile oggi. Perché allora l'operazione che era stata predisposta venne definita scandalosa e oggi, invece, è accettabile? Che cosa è cambiato? E, soprattutto, chi ha ceduto: la ditta costruttrice o la Provincia? Eppoi, che fine farà il contenzioso pendente, quello davanti al Tribunale messo in piedi per il risarcimento del danno avanzato dall'impresa e il procedimento penale per il quale è coinvolto un dirigente della Provincia che aveva firmato il primo contratto? Sono tutti interrogativi che meritano una risposta anche se in questo caso non potrà essere definitiva perché la Provincia non ha scoperto le sue carte.

Il primo contratto. Che cosa prevedeva il primo accordo sfumato con l'arrivo alla Provincia dell'amministrazione di Francesco De Nisi? Il 2 luglio del 2008 tra Provincia (dirigente Antonio Vinci) e Immobiliare Europa Sas di Girolamo Soriano viene stipulato il contratto che prevedeva il fitto di un immobile adiacente al Liceo Scientifico (edifici già collegati tra loro da un tunnel) per sei anni con un canone annuo di 273. 432 euro più Iva. A monte c'era già un preliminare (un accordo a tutto tondo) che era stato definito e siglato il 28 settembre 2007. Nello stesso contratto si gettavano pure le basi per una futura vendita dell'edificio ad un prezzo che sarebbe stato determinato da apposita commissione. L'edificio ha una superficie di 2.034 metri, mente l'area esterna è di 2.446. L'accordo prevedeva che la società l'immobiliare Europa avrebbe dovuto completare e consegnare i lavori entro il 31 agosto del 2008.

Indietro tutta. Il 16 luglio 2008 il dirigente Antonio Vinci sottoscrive una nuova determina con la quale dichiara l'inefficacia del contratto di locazione precedentemente pattuito sostenendo che l'immobile era sprovvisto della destinazione d'uso occorrente per essere utilizzato quale sede di un istituto scolastico. E da qui nasce un procedimento civile, prima al Tar e poi davanti al Tribunale dove attualmente è ancora pendente. L'impresa si sente danneggiata, sostiene di avere eseguito i lavori dell'edificio secondo gli accordi presi con l'ufficio tecnico della Provincia. L'amministrazione, invece, si rifiuta di prendere l'immobile perché il fabbricato non è idoneo ad ospitare la scuola.

La destinazione d'uso. L'edificio effettivamente nasce in una zona che lo strumento urbanistico indica come artigianale, e per un'attività di questo tipo aveva ottenuto il permesso a costruire. Ma l'immobile oggi presenta le caratteristiche specifiche di una scuola. La società costruttrice, sulla base della legge regionale chiede il cambio di destinazione d'uso da artigianale a servizi didattici e alle imprese e versa una somma di circa 140mila euro per oneri di urbanizzazione. Viene pertanto predisposto un progetto in tale direzione e ottiene da palazzo "Luigi Razza" una destinazione per attività didattiche e laboratori. Successivamente presenta un progetto per ampliare la volumetria. Di fatto bisognava chiudere il piano superiore dell'immobile all'interno del quale realizzare ulteriori aule.

Il caso in Consiglio. La pratica arriva a palazzo "Luigi Razza" il 22 dicembre 2008 ma l'assessore all'Urbanistica la ritira dall'ordine del giorno perché la Provincia non aveva manifestato ufficialmente l'intenzione di acquistare l'immobile. E la pratica rimane pendente in attesa di tempi migliori che, forse, cominciano ad affiorare all'orizzonte.

Il nuovo accordo. Le parti cominciano a parlarsi e decidono di trovare un'intesa. Su quali basi? L'edificio sarà acquistato dalla Provincia. Prezzo? Circa 4 milioni di euro, o comunque ad un prezzo che dovrà tenere conto della valutazione Ute. In attesa che l'ente trovi le somme (bisognerà aspettare il nuovo bilancio) per l'acquisto dell'edificio il Liceo Scientifico può cominciare ad usufruire dei locali che la Provincia provvederà a prendere in affitto (13 euro a metro quadrato). Sulla base di questo accordo l'immobiliare Europa si impegna a ritirarsi da tutti i procedimenti sia civile che penale.

Nicola Lopreiato, Gazzetta del Sud, 22 gennaio 2011