Non sembra ci siano stati sostanziali e risolutivi passi avanti nella vicenda delle due sedi succursali del liceo scientifico Berto, allocate rispettivamente a palazzo Nicoletta e a palazzo Vangeli. Per i circa 600 alunni interessati l’inizio del nuovo anno scolastico continua dunque a rimanere aleatorio, nessuna certezza infatti è intervenuta al riguardo dalla scorsa settimana, quando un articolo del Quotidiano ha anticipato
la precarietà e l’incertezza della situazione.
Riassumendo: allo stato, nelle due sedi staccate non si può fare attività didattica perché, come certificato da Asp e vigili del fuoco, esse sono risultate inidonee, essenzialmente sul piano della sicurezza, a causa di vari elementi di criticità, debitamente elencati nei verbali redatti dopo appositi sopralluoghi.
Si va dalla capienza delle aule alleuscite di sicurezza all’apertura delle porte alle luci d’emer genza. Una situazione che ha messo comprensibilmente in allarme studenti, famiglie e docenti, con in testa la dirigente scolastica Maria Silvestro che ha tempestivamente investito della questione il consiglio d’istituto, massimo organo decisionale della scuola di via Santa Ruba. Nella seduta della settimana scorsa, convocata proprio per discutere di tale emergenza, tutte le componenti (studenti, famiglie, docenti, personale Ata) hanno stigmatizzato duramente la situazione d’incertezza in cui, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, si è venuta a trovare una parte importante dell’istituto. Tutti d’accordo, pertanto a redigere un documento, inviato alla Provincia, ente competente sugli istituti superiori e alla prefettura, nel quale si chiede un intervento urgente al fine di rimuovere i problemi segnalati da Asp e vigili del fuoco. Il verbale di questi ultimi, fatto pervenire l’altro giorno alla dirigente Silvestro e alla Provincia, ha riscontrato,come già in precedenza l’Asp, varie criticità nelle due sedi, particolarmente a palazzo Vangeli, specialmente sul piano della capienza delle aule.
In sostanza, secondo i vigili del fuoco in quelle aule non possono essere ospitati più di 120 alunni per singola succursale, a fronte degli oltre 250. Il che pone, in tutta evidenza, il problema di dove sistemare gli studenti in eccesso nelle due sedi. «Servirebbe – commentavano preoccupati ieri mattina due docenti – un’altra sede. E’ la Provincia che dovrebbe reperirla ma con gli attuali chiari di luna dei bilanci degli enti pubblici èun po’ come chiedere la luna nel pozzo…».
Al riguardo, nel corso del citato consiglio d’istituto, un docente ha avanzato una proposta provocatoria: «C’è il nuovo fabbricato, tuttora sfitto, adiacente alla centrale e che in origine si pensava destinato proprio al Berto. Domanda: le famiglie sono disposte a pagare un tot almese per pagare l’affitto e risolvere il problema delle succursali?». Una proposta provocatoria, si diceva, dettata da rabbia e amarezza, «ma - chiosava ierimattina un suo collega, davanti all’ingresso della centrale - a benvedere nemmeno tanto, considerato che allo stato non s’intravede altra soluzione ravvicinata. Si tratta comunque diun’idea impraticabile perché in quel caso che fine farebbe il (costituzionale) diritto allo studio?».
Domani mattina la spinosa questione sarà al centro di un incontro in prefettura,dove sono stati convocati la dirigente Silvestro, il presidente De Nisi e il sindaco D’’Agostino. Obiettivo dichiarato, fare il punto sulla reale situazione e ragionare sulle prospettive immediate, alla luce anche del fatto che in sede di consiglio
d’istituto la componente degli studenti si è detta pronta ad avviare fin da subito adeguate azioni di lotta, il che significa scioperi, cortei, manifestazioni, fino all’occupazione. Le prospettive, dunque. Restano
essenzialmente di questo tipo: la Provincia provvede ad alcuni interventi per ottemperare alle prescrizioni di Asp e vigili del fuoco mentre la dirigente scolastica formerà nelle succursali classi adeguate alla capienza delle aule, dunque par di capire con meno di 20 alunni ciascuna.
Ne discende che, con ogni probabilità, l’inizio delle lezioni nelle sedi staccate verrà posticipato a dopo l’esecuzione degli interventi e, soprattutto, che occorre trovare una sede per gli alunni eccedenti. A meno di non dover ricorrere ai doppi turni, con tutto ciò che in termini di disagi questo comporterebbe…
Tutto questo sta creando, inevitabilmente, problemi anche sul piano dell’organizzazione del personale docente, l’incertezza sul numero delle classi da allocare nelle succursali impedisce infatti di procedere a stilare l’orario.
E intanto il 12 settembre, giorno fissato per la riapertura del Berto, si avvicina a grandi passi. Tra sei giorni
dunque le lezioni dovrebbero iniziare per tutti i suoi alunni. Dovrebbero… Mai condizionale fu più opportuno.
Fonte: Francesco Prestia, il Quotidiano della Calabria, 6 settembre 2011
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