 |
L'edificio che potrebbe ampliare il liceo scientifico "Berto" di Vibo Valentia |
Dopo quattro anni di silenzio e di atti persecutori nei confronti della società “Immobiliare Europa”, che il sottoscritto Girolamo Soriano rappresenta in qualità di accomandatario, vorrei spiegare le ragioni che a tutt’oggi hanno reso impossibile la risoluzione dell’annosa vicenda che riguarda il Liceo Scientifico Statale “Giuseppe Berto” di Vibo Valentia.
Premetto, innanzitutto, che svolgo l’attività di costruttore edile con onestà e professionalità da oltre quarant’anni. Nel corso di tutti questi anni ho dovuto affrontare problemi di ogni tipo, ma mai, come in questi ultimi tempi, mi era capitato di dover affrontare difficoltà così insormontabili, e per giunta provenienti da chi dovrebbe, se non facilitare, almeno non ostacolare l’attività lavorativa dei propri cittadini. Mi riferisco a chi governa la nostra provincia, e in particolare all’amministrazione rappresentata dall’ing. Francesco De Nisi, insediatasi nel 2008, con la quale ho avuto la sfortuna di intraprendere rapporti contrattuali.
Qui di seguito, a grandi linee, il resoconto dei fatti cui intendo riferirmi. Il 10/8/2007, con delibera n.288, la Giunta Provinciale di Vibo Valentia attestava che i locali in fase di costruzione, di proprietà della società “Immobiliare Europa”, che rappresento in qualità di accomandatario, presentavano caratteristiche rispondenti alle norme in materia di edilizia scolastica; inoltre, in quanto adiacenti all’attuale sede del Liceo Scientifico “Berto”, risultavano essere funzionali alle attività didattiche. Pertanto, dava indirizzo al dirigente del VI settore affinché procedesse alla sottoscrizione del contratto di locazione.
Il 28/9/2007 veniva sottoscritto dalle parti un contratto preliminare di locazione regolarmente registrato. All’articolo 11 del suddetto contratto, il sottoscritto si impegnava ad eseguire e completare i lavori dell’immobile sulla base delle planimetrie, in ordine alla suddivisione interna e alla distribuzione delle aule concordate con l’ufficio tecnico dell’Amministrazione provinciale. La società “Immobiliare Europa” eseguiva tutte le direttive concordate, compreso un tunnel di collegamento per unire in un unico plesso la sede attuale del liceo scientifico con l’immobile in costruzione. Visto il costoso importo per il completamento dell’immobile, ma rassicurato da una delibera e da un contratto regolarmente sottoscritto tra le parti, il sottoscritto faceva richiesta alle banche di un mutuo edilizio molto elevato, che gli veniva concesso in virtù del suddetto contratto di locazione, nonché dalla garanzia offerta dal fatto che le rate del mutuo sarebbero state pagate con le rate di affitto che l’Amministrazione provinciale avrebbe corrisposto.
Purtroppo tali rate non sono mai state versate al sottoscritto, il quale, per evitare il fallimento della propria società e per non disonorarne il buon nome e la reputazione acquisiti dopo quarant’anni di duro e onesto lavoro, si è visto costretto a svendere alcune sue proprietà per onorare il pagamento delle rate del mutuo bancario. Come se non bastasse, il protrarsi di tale incredibile situazione ha costretto il sottoscritto a sospendere anche ogni attività lavorativa. Dalla stipulazione del primo contratto con l’Amministrazione provinciale sono trascorsi ormai più di tre anni, ma da allora, come si potrà leggere più sotto, anche altri contratti stipulati in seguito non sono stati rispettati dall’Amministrazione Provinciale.
Il 2/7/2008 veniva sottoscritto tra le parti il contratto definitivo di locazione, regolarmente registrato con versamento a mie spese della tassa dovuta, secondo il quale la consegna dell’immobile sarebbe dovuta avvenire il 31/7/2008.
Con telegramma dell’11/7/2008 indirizzato al Presidente Francesco De Nisi e al Dirigente Antonino Vinci della Provincia di Vibo Valentia, il sottoscritto comunicava che il 31/7/2008 si sarebbe potuto procedere alla puntuale consegna dei locali da adibire ad istruzione scolastica. Ma il 21/7/2008 l’amara sorpresa: al sottoscritto veniva notificata una determinazione (la n.105 del 16/7/2008) con la quale gli era contestata la mancanza di destinazione ad uso scolastico dell’immobile.
Ebbene, premesso che oggetto della trattativa non è mai stato un istituto scolastico ma un immobile da adibire ad uso scolastico, e che di tale destinazione d’uso non si è mai concordato nel contratto di locazione, né si fa cenno nella precedente delibera, essa non risulta essere necessaria nel caso in cui l’immobile sia usato per pubblica utilità e presenti tutti i requisiti necessari per garantire la sicurezza delle persone, così come previsto dal parere del Consiglio di Stato n.177/91 del 20/11/1991.
Comunque sia, il sottoscritto si adoperava per risolvere il problema e, in base alla Legge Regionale n.19 del 16/4/2002, in data 21/1/2009 otteneva il cambio di destinazione d’uso e l’agibilità del fabbricato adibito ad aule e laboratori didattici con annessi servizi, dopo il versamento di un'ingente somma al Comune di Vibo Valentia. Ma né l’ottenimento del cambiamento d’uso, né l’ottenimento di tutti i permessi e le concessioni possibili (permesso a costruire, parere sanitario, certificato di prevenzione incendi, collaudo come edificio scolastico, accatastamento come scuola nella categoria D/8), con aggravio del versamento annuale dell’ICI, hanno portato l’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia ad onorare il contratto stipulato.
Per tale motivo, il sottoscritto si è trovato costretto a ricorrere alle vie legali, e a tutt’oggi risulta pendente un procedimento contro l’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia dinanzi al Tribunale della stessa città. Sono consapevole della lunga estensione temporale che simili procedimenti possono avere, e che la mia società corre il serio rischio di andare incontro al fallimento prima ancora di ottenere giustizia, ma sono anche assai fiducioso sull’operato dei vari organi competenti, essendo a conoscenza dell’eccellente lavoro che, specie in questi ultimi anni, il Tribunale, la Procura e la Prefettura stanno svolgendo in una provincia “difficile” come la nostra, in cui la legalità è, purtroppo, costantemente messa alla prova. Nonostante ciò, visto l’aggravarsi delle difficoltà economiche, nonché l’esigenza di ottemperare al pagamento delle rate del mutuo bancario e delle quote ICI dell’immobile, il sottoscritto dava incarico ai propri legali di verificare la possibilità di un accordo transattivo con l’Amministrazione Provinciale.
Il 20/9/2010 il presidente dell’Amministrazione provinciale in persona dell’ing. Francesco De Nisi, comunicava ai miei legali che la proposta di un accordo era stata trasmessa agli uffici competenti per la valutazione del caso e i conseguenti pareri.
Dopo circa cinque mesi di trattative, i legali mi comunicavano il raggiungimento di un accordo e, in data 30/12/2010 alle ore 17,00, nei locali dell’Amministrazione Provinciale veniva stipulato e sottoscritto un nuovo contratto transattivo di locazione, con inizio del pagamento delle rate di fitto a partire dal 1/1/2011. Tale era la soddisfazione da entrambe le parti per l’accordo finalmente raggiunto, che tutti i presenti al momento della firma del contratto ci recammo nella sala del presidente De Nisi per brindare alla felice conclusione della vicenda.
Nei giorni successivi, però, nonostante le varie sollecitazioni per la consegna dell’immobile, il sottoscritto non riceveva, stranamente, alcuna risposta. In data 11/2/2011 si vedeva dunque costretto ad effettuare la consegna delle chiavi del fabbricato mediante ufficiale giudiziario, chiavi esplicitamente rifiutate sia dal presidente Francesco De Nisi sia dall’ing. Francesco Teti.
Le motivazioni di questo ennesimo incomprensibile rifiuto mi venivano comunicate il 16/2/2011, giorno in cui mi vedo notificare una seconda determinazione (la n.53 del 15/2/2011 a firma dell’ing. Francesco Teti), con la quale si dichiarava la nullità anche dell’ultimo contratto di locazione stipulato e sottoscritto il 30/12/2010 dall’ing. Francesco Teti in qualità di “titolare di Posizione Organizzativa” con l’autorizzazione all’esercizio di tutte le funzioni dirigenziali in materia di edilizia scolastica (determinazione n.16 del 14/2/2010 emessa dal dirigente ing. Francesco De Fina) perché rappresenterebbe soltanto una bozza priva di data; inoltre, la destinazione d’uso sarebbe artigianale.
Sia l’ing. Teti sia il presidente della Provincia di Vibo Valentia ignorano di proposito la rilevanza giuridica di tutte le autorizzazioni e di tutti i permessi per l’uso scolastico dell’immobile in oggetto, legittimamente rilasciati al sottoscritto dalle autorità preposte, e dimenticano, o fingono di dimenticare, che non solo l’attuale sede del liceo scientifico si trova in zona artigianale e senza destinazione d’uso scolastico, ma che persino il palazzo della sede provinciale (ex Palazzo Enel) che essi stessi occupano, previo acquisto con destinazione uffici pubblici, sorge in parte in zona artigianale e in parte in zona agricola. Ma la cosa più importante è che dimenticano, o fingono di dimenticare, che un contratto di transazione è inoppugnabile e incontestabile.
Questa, in linee generali, la situazione fino ad oggi. Dal mio personale punto di vista, ciò che mi amareggia non è soltanto l’enorme danno economico e d’immagine che io e la mia società abbiamo subìto e stiamo tutt’ora subendo, direttamente e indirettamente, da tutta questa assurda vicenda, ma anche il sapere che a molti ragazzi non sono garantite dai nostri amministratori le condizioni più favorevoli per lo svolgimento della loro attività scolastica ed educativa, tant’è che invece di provvedere al loro trasferimento presso locali idonei già disponibili da tempo, si preferisce lasciarli in locali inadeguati sia dal punto di vista della sicurezza che da quello igienico-sanitario.
Per quanto riguarda la “stranezza” della condotta mantenuta in questi anni dall’Amministrazione provinciale nei confronti del sottoscritto, che, come ognuno potrà costatare, ha reso una semplice transazione commerciale una vera e propria vicenda dai contorni kafkiani, posso supporre si siano verificati dei condizionamenti esterni che hanno ogni volta disfatto ciò che gli amministratori provinciali avevano appena tessuto. Ma non intendo approfondire adesso le mie opinioni personali al riguardo, mi riservo comunque di farlo nelle sedi opportune.
Nel frattempo, invito chiunque fosse interessato (studenti, genitori, cittadini) a visitare la struttura che dovrebbe ospitare gli studenti del Liceo Scientifico “Berto” di Vibo Valentia per rendersi meglio conto dell’incredibile e sconcertante vicenda che, a ben vedere, non riguarda soltanto il sottoscritto, ma anche loro.
Girolamo Soriano - Immobiliare Europa, Vibo Valentia, aprile 2011