13 settembre 2011

La Provincia non vuole risolvere il problema

Liceo Scientifico con poche aule, replica dell'Immobiliare Europa


 Alla vigilia dell'inizio dell'anno scolastico il Liceo scientifico si ritrova senza aule sufficienti per ospitare tutti gli studenti. Un problema che per l'Immobiliare Europa sas – rappresentata da Girolamo Soriano – sarebbe stato già superato se la Provincia avesse avuto volontà di risolverlo.

E l'Immobiliare Europa interviene perché chiamata in causa nella vicenda per via dell'edificio realizzato in prossimità dello Scientifico destinato proprio ad accogliere l'Istituto. Ma le trattative con l'amministrazione provinciale – giunta De Nisi – non sono andate per come, in precedenza, era stato stabilito. In questi giorni la questione dell'immobile è ritornata a galla nel corso di un incontro, davanti al prefetto Luisa Latella, tra la società e la Provincia, che ha motivato il mancato raggiungimento dell'accordo a causa del fatto che il piano superiore dell'edificio risulterebbe abusivo.

Niente di più falso per il rappresentante dell'Immobiliare Europa, il quale prima di spiegare perché, annuncia che lunedì, giorno di inizio dell'anno scolastico, «i locali, attigui allo Scientifico, rimarranno aperti tutto il giorno» e potranno essere visitati da cittadini e istituzioni. «Chi sostiene che i locali siano abusivi – sottolinea Girolamo Soriano – certamente non conosce la documentazione o certamente non ha le necessarie competenze tecniche. L'immobile di proprietà dell'Immobiliare Europa è perfettamente in regola con tutte le concessioni edilizie necessarie, ha le obbligatorie autorizzazioni rilasciate dall'Asp e dai Vigili del fuoco del Comando provinciale e, cosa particolarmente importante, ha come destinazione d'uso: aule, laboratori didattici con annessi servizi didattici cat. D/8 (uso scuola). Tale destinazione d'uso – prosegue il costruttore – significa che l'immobile è perfettamente conforme con la normativa inerente l'uso scolastico relativamente ad altezze, dimensione delle aule, spazi di ricreazione, ecc.».

Inoltre Soriano fa presente che se la Provincia avesse voluto realmente risolvere la problematica delle aule dello Scientifico anziché ricorrere a soluzioni di emergenza e inidonee «avrebbe semplicemente dovuto adempiere al contratto dall'Ente sottoscritto con l'Immobiliare Europa. Contratto che, all'art. 13, menziona che la parte "conduttrice dichiara espressamente di aver visionato tutti i locali oggetto della locazione e di averli trovati di proprio gradimento e idonei per essere adibiti ad aule e laboratori didattici con servizi annessi"».

Fonte: Gazzetta del Sud, 10 settembre 2011

6 settembre 2011

Liceo Scientifico: sedi staccate non idonee

Non sembra ci siano stati sostanziali e risolutivi passi avanti nella vicenda delle due sedi succursali del liceo scientifico Berto, allocate rispettivamente a palazzo Nicoletta e a palazzo Vangeli. Per i circa 600 alunni interessati l’inizio del nuovo anno scolastico continua dunque a rimanere aleatorio, nessuna certezza infatti è intervenuta al riguardo dalla scorsa settimana, quando un articolo del Quotidiano ha anticipato
la precarietà e l’incertezza della situazione.

Riassumendo: allo stato, nelle due sedi staccate non si può fare attività didattica perché, come certificato da Asp e vigili del fuoco, esse sono risultate inidonee, essenzialmente sul piano della sicurezza, a causa di vari elementi di criticità, debitamente elencati nei verbali redatti dopo appositi sopralluoghi.

Si va dalla capienza delle aule alleuscite di sicurezza all’apertura delle porte alle luci d’emer genza. Una situazione che ha messo comprensibilmente in allarme studenti, famiglie e docenti, con in testa la dirigente scolastica Maria Silvestro che ha tempestivamente investito della questione il consiglio d’istituto, massimo organo decisionale della scuola di via Santa Ruba. Nella seduta della settimana scorsa, convocata proprio per discutere di tale emergenza, tutte le componenti (studenti, famiglie, docenti, personale Ata) hanno stigmatizzato duramente la situazione d’incertezza in cui, a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, si è venuta a trovare una parte importante dell’istituto. Tutti d’accordo, pertanto a redigere un documento, inviato alla Provincia, ente competente sugli istituti superiori e alla prefettura, nel quale si chiede un intervento urgente al fine di rimuovere i problemi segnalati da Asp e vigili del fuoco. Il verbale di questi ultimi, fatto pervenire l’altro giorno alla dirigente Silvestro e alla Provincia, ha riscontrato,come già in precedenza l’Asp, varie criticità nelle due sedi, particolarmente a palazzo Vangeli, specialmente sul piano della capienza delle aule.

In sostanza, secondo i vigili del fuoco in quelle aule non possono essere ospitati più di 120 alunni per singola succursale, a fronte degli oltre 250. Il che pone, in tutta evidenza, il problema di dove sistemare gli studenti in eccesso nelle due sedi. «Servirebbe – commentavano preoccupati ieri mattina due docenti – un’altra sede. E’ la Provincia che dovrebbe reperirla ma con gli attuali chiari di luna dei bilanci degli enti pubblici èun po’ come chiedere la luna nel pozzo…».

Al riguardo, nel corso del citato consiglio d’istituto, un docente ha avanzato una proposta provocatoria: «C’è il nuovo fabbricato, tuttora sfitto, adiacente alla centrale e che in origine si pensava destinato proprio al Berto. Domanda: le famiglie sono disposte a pagare un tot almese per pagare l’affitto e risolvere il problema delle succursali?». Una proposta provocatoria, si diceva, dettata da rabbia e amarezza, «ma - chiosava ierimattina un suo collega, davanti all’ingresso della centrale - a benvedere nemmeno tanto, considerato che allo stato non s’intravede altra soluzione ravvicinata. Si tratta comunque diun’idea impraticabile perché in quel caso che fine farebbe il (costituzionale) diritto allo studio?».

Domani mattina la spinosa questione sarà al centro di un incontro in prefettura,dove sono stati convocati la dirigente Silvestro, il presidente De Nisi e il sindaco D’’Agostino. Obiettivo dichiarato, fare il punto sulla reale situazione e ragionare sulle prospettive immediate, alla luce anche del fatto che in sede di consiglio
d’istituto la componente degli studenti si è detta pronta ad avviare fin da subito adeguate azioni di lotta, il che significa scioperi, cortei, manifestazioni, fino all’occupazione. Le prospettive, dunque. Restano
essenzialmente di questo tipo: la Provincia provvede ad alcuni interventi per ottemperare alle prescrizioni di Asp e vigili del fuoco mentre la dirigente scolastica formerà nelle succursali classi adeguate alla capienza delle aule, dunque par di capire con meno di 20 alunni ciascuna.

Ne discende che, con ogni probabilità, l’inizio delle lezioni nelle sedi staccate verrà posticipato a dopo l’esecuzione degli interventi e, soprattutto, che occorre trovare una sede per gli alunni eccedenti. A meno di non dover ricorrere ai doppi turni, con tutto ciò che in termini di disagi questo comporterebbe…

Tutto questo sta creando, inevitabilmente, problemi anche sul piano dell’organizzazione del personale docente, l’incertezza sul numero delle classi da allocare nelle succursali impedisce infatti di procedere a stilare l’orario.

E intanto il 12 settembre, giorno fissato per la riapertura del Berto, si avvicina a grandi passi. Tra sei giorni
dunque le lezioni dovrebbero iniziare per tutti i suoi alunni. Dovrebbero… Mai condizionale fu più opportuno.

Fonte: Francesco Prestia, il Quotidiano della Calabria, 6 settembre 2011

16 aprile 2011

Lettera aperta sul caso Liceo Scientifico "Berto"

L'edificio che potrebbe ampliare il liceo scientifico "Berto" di Vibo Valentia

Dopo quattro anni di silenzio e di atti persecutori nei confronti della società “Immobiliare Europa”, che il sottoscritto Girolamo Soriano rappresenta in qualità di accomandatario, vorrei spiegare le ragioni che a tutt’oggi hanno reso impossibile la risoluzione dell’annosa vicenda che riguarda il Liceo Scientifico Statale “Giuseppe Berto” di Vibo Valentia.

Premetto, innanzitutto, che svolgo l’attività di costruttore edile con onestà e professionalità da oltre quarant’anni. Nel corso di tutti questi anni ho dovuto affrontare problemi di ogni tipo, ma mai, come in questi ultimi tempi, mi era capitato di dover affrontare difficoltà così insormontabili, e per giunta provenienti da chi dovrebbe, se non facilitare, almeno non ostacolare l’attività lavorativa dei propri cittadini. Mi riferisco a chi governa la nostra provincia, e in particolare all’amministrazione rappresentata dall’ing. Francesco De Nisi, insediatasi nel 2008, con la quale ho avuto la sfortuna di intraprendere rapporti contrattuali.

Qui di seguito, a grandi linee, il resoconto dei fatti cui intendo riferirmi. Il 10/8/2007, con delibera n.288, la Giunta Provinciale di Vibo Valentia attestava che i locali in fase di costruzione, di proprietà della società “Immobiliare Europa”, che rappresento in qualità di accomandatario, presentavano caratteristiche rispondenti alle norme in materia di edilizia scolastica; inoltre, in quanto adiacenti all’attuale sede del Liceo Scientifico “Berto”, risultavano essere funzionali alle attività didattiche. Pertanto, dava indirizzo al dirigente del VI settore affinché procedesse alla sottoscrizione del contratto di locazione.

Il 28/9/2007 veniva sottoscritto dalle parti un contratto preliminare di locazione regolarmente registrato. All’articolo 11 del suddetto contratto, il sottoscritto si impegnava ad eseguire e completare i lavori dell’immobile sulla base delle planimetrie, in ordine alla suddivisione interna e alla distribuzione delle aule concordate con l’ufficio tecnico dell’Amministrazione provinciale. La società “Immobiliare Europa” eseguiva tutte le direttive concordate, compreso un tunnel di collegamento per unire in un unico plesso la sede attuale del liceo scientifico con l’immobile in costruzione. Visto il costoso importo per il completamento dell’immobile, ma rassicurato da una delibera e da un contratto regolarmente sottoscritto tra le parti, il sottoscritto faceva richiesta alle banche di un mutuo edilizio molto elevato, che gli veniva concesso in virtù del suddetto contratto di locazione, nonché dalla garanzia offerta dal fatto che le rate del mutuo sarebbero state pagate con le rate di affitto che l’Amministrazione provinciale avrebbe corrisposto.

Purtroppo tali rate non sono mai state versate al sottoscritto, il quale, per evitare il fallimento della propria società e per non disonorarne il buon nome e la reputazione acquisiti dopo quarant’anni di duro e onesto lavoro, si è visto costretto a svendere alcune sue proprietà per onorare il pagamento delle rate del mutuo bancario. Come se non bastasse, il protrarsi di tale incredibile situazione ha costretto il sottoscritto a sospendere anche ogni attività lavorativa. Dalla stipulazione del primo contratto con l’Amministrazione provinciale sono trascorsi ormai più di tre anni, ma da allora, come si potrà leggere più sotto, anche altri contratti stipulati in seguito non sono stati rispettati dall’Amministrazione Provinciale.

Il 2/7/2008 veniva sottoscritto tra le parti il contratto definitivo di locazione, regolarmente registrato con versamento a mie spese della tassa dovuta, secondo il quale la consegna dell’immobile sarebbe dovuta avvenire il 31/7/2008.

Con telegramma dell’11/7/2008 indirizzato al Presidente Francesco De Nisi e al Dirigente Antonino Vinci della Provincia di Vibo Valentia, il sottoscritto comunicava che il 31/7/2008 si sarebbe potuto procedere alla puntuale consegna dei locali da adibire ad istruzione scolastica. Ma il 21/7/2008 l’amara sorpresa: al sottoscritto veniva notificata una determinazione (la n.105 del 16/7/2008) con la quale gli era contestata la mancanza di destinazione ad uso scolastico dell’immobile.

Ebbene, premesso che oggetto della trattativa non è mai stato un istituto scolastico ma un immobile da adibire ad uso scolastico, e che di tale destinazione d’uso non si è mai concordato nel contratto di locazione, né si fa cenno nella precedente delibera, essa non risulta essere necessaria nel caso in cui l’immobile sia usato per pubblica utilità e presenti tutti i requisiti necessari per garantire la sicurezza delle persone, così come previsto dal parere del Consiglio di Stato n.177/91 del 20/11/1991.

Comunque sia, il sottoscritto si adoperava per risolvere il problema e, in base alla Legge Regionale n.19 del 16/4/2002, in data 21/1/2009 otteneva il cambio di destinazione d’uso e l’agibilità del fabbricato adibito ad aule e laboratori didattici con annessi servizi, dopo il versamento di un'ingente somma al Comune di Vibo Valentia. Ma né l’ottenimento del cambiamento d’uso, né l’ottenimento di tutti i permessi e le concessioni possibili (permesso a costruire, parere sanitario, certificato di prevenzione incendi, collaudo come edificio scolastico, accatastamento come scuola nella categoria D/8), con aggravio del versamento annuale dell’ICI, hanno portato l’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia ad onorare il contratto stipulato.

Per tale motivo, il sottoscritto si è trovato costretto a ricorrere alle vie legali, e a tutt’oggi risulta pendente un procedimento contro l’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia dinanzi al Tribunale della stessa città. Sono consapevole della lunga estensione temporale che simili procedimenti possono avere, e che la mia società corre il serio rischio di andare incontro al fallimento prima ancora di ottenere giustizia, ma sono anche assai fiducioso sull’operato dei vari organi competenti, essendo a conoscenza dell’eccellente lavoro che, specie in questi ultimi anni, il Tribunale, la Procura e la Prefettura stanno svolgendo in una provincia “difficile” come la nostra, in cui la legalità è, purtroppo, costantemente messa alla prova. Nonostante ciò, visto l’aggravarsi delle difficoltà economiche, nonché l’esigenza di ottemperare al pagamento delle rate del mutuo bancario e delle quote ICI dell’immobile, il sottoscritto dava incarico ai propri legali di verificare la possibilità di un accordo transattivo con l’Amministrazione Provinciale.

Il 20/9/2010 il presidente dell’Amministrazione provinciale in persona dell’ing. Francesco De Nisi, comunicava ai miei legali che la proposta di un accordo era stata trasmessa agli uffici competenti per la valutazione del caso e i conseguenti pareri.

Dopo circa cinque mesi di trattative, i legali mi comunicavano il raggiungimento di un accordo e, in data 30/12/2010 alle ore 17,00, nei locali dell’Amministrazione Provinciale veniva stipulato e sottoscritto un nuovo contratto transattivo di locazione, con inizio del pagamento delle rate di fitto a partire dal 1/1/2011. Tale era la soddisfazione da entrambe le parti per l’accordo finalmente raggiunto, che tutti i presenti al momento della firma del contratto ci recammo nella sala del presidente De Nisi per brindare alla felice conclusione della vicenda.

Nei giorni successivi, però, nonostante le varie sollecitazioni per la consegna dell’immobile, il sottoscritto non riceveva, stranamente, alcuna risposta. In data 11/2/2011 si vedeva dunque costretto ad effettuare la consegna delle chiavi del fabbricato mediante ufficiale giudiziario, chiavi esplicitamente rifiutate sia dal presidente Francesco De Nisi sia dall’ing. Francesco Teti.

Le motivazioni di questo ennesimo incomprensibile rifiuto mi venivano comunicate il 16/2/2011, giorno in cui mi vedo notificare una seconda determinazione (la n.53 del 15/2/2011 a firma dell’ing. Francesco Teti), con la quale si dichiarava la nullità anche dell’ultimo contratto di locazione stipulato e sottoscritto il 30/12/2010 dall’ing. Francesco Teti in qualità di “titolare di Posizione Organizzativa” con l’autorizzazione all’esercizio di tutte le funzioni dirigenziali in materia di edilizia scolastica (determinazione n.16 del 14/2/2010 emessa dal dirigente ing. Francesco De Fina) perché rappresenterebbe soltanto una bozza priva di data; inoltre, la destinazione d’uso sarebbe artigianale.

Sia l’ing. Teti sia il presidente della Provincia di Vibo Valentia ignorano di proposito la rilevanza giuridica di tutte le autorizzazioni e di tutti i permessi per l’uso scolastico dell’immobile in oggetto, legittimamente rilasciati al sottoscritto dalle autorità preposte, e dimenticano, o fingono di dimenticare, che non solo l’attuale sede del liceo scientifico si trova in zona artigianale e senza destinazione d’uso scolastico, ma che persino il palazzo della sede provinciale (ex Palazzo Enel) che essi stessi occupano, previo acquisto con destinazione uffici pubblici, sorge in parte in zona artigianale e in parte in zona agricola. Ma la cosa più importante è che dimenticano, o fingono di dimenticare, che un contratto di transazione è inoppugnabile e incontestabile.

Questa, in linee generali, la situazione fino ad oggi. Dal mio personale punto di vista, ciò che mi amareggia non è soltanto l’enorme danno economico e d’immagine che io e la mia società abbiamo subìto e stiamo tutt’ora subendo, direttamente e indirettamente, da tutta questa assurda vicenda, ma anche il sapere che a molti ragazzi non sono garantite dai nostri amministratori le condizioni più favorevoli per lo svolgimento della loro attività scolastica ed educativa, tant’è che invece di provvedere al loro trasferimento presso locali idonei già disponibili da tempo, si preferisce lasciarli in locali inadeguati sia dal punto di vista della sicurezza che da quello igienico-sanitario.

Per quanto riguarda la “stranezza” della condotta mantenuta in questi anni dall’Amministrazione provinciale nei confronti del sottoscritto, che, come ognuno potrà costatare, ha reso una semplice transazione commerciale una vera e propria vicenda dai contorni kafkiani, posso supporre si siano verificati dei condizionamenti esterni che hanno ogni volta disfatto ciò che gli amministratori provinciali avevano appena tessuto. Ma non intendo approfondire adesso le mie opinioni personali al riguardo, mi riservo comunque di farlo nelle sedi opportune.

Nel frattempo, invito chiunque fosse interessato (studenti, genitori, cittadini) a visitare la struttura che dovrebbe ospitare gli studenti del Liceo Scientifico “Berto” di Vibo Valentia per rendersi meglio conto dell’incredibile e sconcertante vicenda che, a ben vedere, non riguarda soltanto il sottoscritto, ma anche loro.

Girolamo Soriano - Immobiliare Europa, Vibo Valentia, aprile 2011

16 febbraio 2011

Salta l'accordo sull'acquisto del liceo "Berto"

Il Presidente della Provincia di
Vibo Valentia Francesco De Nisi
Si torna al muro contro muro tra l'amministrazione provinciale e la società Immobiliare Europa sas di Girolamo Soriano. Di mezzo c'è l'acquisto di un immobile adiacente al liceo Scientifico "G. Berto" in via Santa Ruba che nelle intenzioni delle parti avrebbe dovuto dare una risposta definitiva alla collocazione dell'istituto (1.700 studenti) attualmente dislocato in tre sedi con disagi per insegnanti e studenti. Il tanto sperato accordo non c'è stato e il rischio che possa essere avviato un nuovo ed infinito contenzioso è dietro l'angolo. La Provincia giudica eccessiva la proposta di acquisto e così tutte le trattative che si erano improvvisamente riaperte, con il ritiro dei procedimenti avviati nei confronti dell'ente, si sono arenate.

La delibera. La trattativa era ripresa dopo circa due anni di ricorsi e contro ricorsi nelle sedi giudiziarie e di fronte alla disponibilità dell'Immobiliare Europa sas di mettere fine al contenzioso amministrativo e penale. L'amministrazione provinciale sulla base di questi presupposti aveva deliberato (n. 465) il 23 dicembre 2010 precise direttive per quanto concerne la trattative sull'immobile dando al responsabile di settore VIII, l'ing. Giuseppe Teti, «di verificare la fattibilità di un eventuale sottoscrizione di contratto di locazione e acquisto dell'immobile... con scomputo del canone corrisposto mensilmente sul prezzo pattuito a condizione che l'immobile abbia tutti i requisiti di legge, per essere adibito ad edificio scolastico».

Il contratto. Sulla base di questa delibera, l'ing. Teti (salvo non vi siano stati inviti verbali da parte di amministratori) ha stipulato un vero e proprio contratto di fitto con l'Immobiliare Europa in data 30 dicembre 2010, alla vigilia di Capodanno. Il contratto, di fronte al quale le parti avrebbero pure brindato per salutare la fine di un contenzioso estenuante oltre che una risposta alle aspettative del liceo Scientificio "G. Berto", prevedeva un canone di fitto di 13 euro al metro quadrato per un totale di 405mila euro annui circa. L'Amministrazione provinciale si impegnava ad operare, sulla base di quelle clausole, l'ampliamento del fabbricato in termini di aule con il Comune (anche attraverso il rilascio di una nuova licenza edilizia). Lo stesso contratto prevedeva che la Provincia avrebbe potuto acquistare l'immobile in qualsiasi momento al prezzo stabilito dall'ufficio del territorio e da tecnici di parte. Il contratto avrebbe avuto una durata di 6 anni e la Provincia si impegnava a stipulare una polizza a garanzia dell'immobile per un importo di 7 milioni. L'accordo sottoscritto dalle parti prevedeva inoltre che dal prezzo di acquisto non erano scomputabili i canoni di affitto pagati, così come previsto dall'Amministrazione provinciale con un apposito parere legale riportato nell'apposita delibera di indirizzo. La superficie complessiva dell'immobile è di circa 2.430 metri quadrati suddivisi su due piani: uno seminterrato e uno piano terra. Mentre la parte esterna è di circa 2. 200 metri. Il precedenteIl precedente contratto a conti fatti avrebbe portato sicuramente maggiori vantaggi e risparmi per l'ente pubblico. Era stato stipulato il 2 luglio 2008 quando ancora i lavori dell'immobile non erano stati ultimati. Prevedeva per la stessa superficie e la stessa consistenza di aule un canone di affitto di 10 euro al metro quadrato per un totale di spesa annua di 318mila euro circa, considerata anche la superficie esterna (1 euro a metro quadrato). La durata del contratto era stata fissata per 6 anni ma con possibilità di acquisto in qualsiasi momento al prezzo stabilito dall'ufficio tecnico. L'assicurazione prevista era di circa 10 milioni e comprendeva la responsabilità civile verso terzi. Le contraddizioniIl nuovo contratto non cambia nulla rispetto al vecchio, aumenta solo il prezzo del canone da 10 a 13 euro al metro quadrato. Inoltre lo stesso impegna la Provincia a sostenere la procedura per le pratiche amministrative con il Comune per la realizzazione di nuove aule anche al primo piano, che allo stato non sono urbanisticamente consentite. Il nuovo contratto, inoltre prevede la rinuncia a tutte le controversie instaurate in questi anni. Le spese sostenute Non può passare inosservato, inoltre, che dal 2008 ad oggi l'Amministrazione provinciale è stata costretta a pagare fitti di locazione per importi che si aggirano sempre sui 13 euro al metro quadrato.

Nicola Lopreiato, Gazzetta del Sud, 16 febbraio 2011

27 gennaio 2011

Liceo Scientifico Berto: si tratta l'acquisto

La dirigente del Liceo Scientifico
"Berto" Maria Silvestro
Si tratta, ma le parti sono ancora distanti. L'acquisto dei nuovi locali attigui al Liceo Scientifico si complica e non poco. La proposta di transazione avanzata dall'Immobiliare Europa di Girolamo Soriano si è arenata di fronte all'esigenza della Provincia di andare a definire il valore dell'immobile. Il nodo è arrivato al pettine l'altro ieri pomeriggio nel corso di un incontro operativo tenutosi nella sede dell'Amministrazione provinciale al quale erano presenti il presidente Francesco De Nisi, l'assessore al Bilancio Pasquale Fera, il direttore generale Ulderico Petrolo, il segretario Francesco Marziali, rappresentanti dell'Immobiliare Europa e la dirigente del Liceo Scientifico "G. Berto" Maria Silvestro. Il costruttore, sulla base delle valutazioni tecniche di parte, secondo quanto è trapelato, avrebbe fissato il prezzo d'acquisto dell'immobile intorno ai sette milioni di euro, mentre la Provincia ritiene la richiesta piuttosto spropositata e non sarebbe orientata a superare i 4 milioni e mezzo di euro. Si tratta di cifre approssimative sia da una parte che dall'altra, ma che di fatto danno il senso dell'enorme distanza che in questo momento ancora esiste sulla vicenda dell'ampliamento del Liceo Scientifico.

Eppure di recente le parti sembrava stessero per arrivare ad un accordo (o forse qualcuno lo aveva pure firmato) al punto che l'Immobiliare Europa si era impegnata a ritirare tutto il contenzioso aperto nei confronti dell'Amministrazione provinciale: un procedimento penale e uno civile. In questo secondo caso davanti al Tribunale attraverso il quale la società chiede il risarcimento per la mancata attuazione del contratto precedente siglato il 2 luglio del 2008 attraverso il quale veniva pattuito il fitto dei locali da destinare ad aule del liceo Scientifico per sei anni con un canone di 272.432 euro più Iva. Nello stesso contratto, inoltre, veniva anche ipotizzata la vendita dell'immobile ad un prezzo da determinare. Ma come si ricorderà quel contratto è stato successivamente revocato perché l'edificio non aveva ancora la destinazione d'uso, ottenuta per aule e laboratori solo successivamente.

Spetta ora ai tecnici delle parti poter arrivare a un punto d'incontro diversamente il liceo Scientifico (1. 370 studenti) diviso in tre sedi compresa quella centrale, continuerà ad andare avanti tra i disagi e senza la necessaria sicurezza. Obiettivo delle parti è quello di arrivare ad un punto di incontro e stabilire una stima dell'immobile la cui cifra dovrà successivamente essere vagliata dall'ufficio erariale. Per il momento, però, la differenza è notevole: la Provincia non intenderebbe in nessun modo andare oltre i 4 milioni e 500mila euro, mentre l'immobiliare Europa avrebbe avanzato una richiesta ben precisa: 7 milioni e 900mila di euro. E, in questo caso, c'è una differenza di circa tre milioni.

n.l. Gazzetta del Sud, 27 gennaio 2011

22 gennaio 2011

Liceo scientifico: i particolari dell'accordo

Palazzo ex Enel - Sede dell'Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia
La vicenda è nata nel 2007, quando venne firmato un contratto preliminare tra il costruttore e l'amministrazione provinciale. C'era nei fatti un accordo di massima tra le parti. La Provincia doveva dare a tutti i costi una risposta in tempi brevi al Liceo Scientifico "G. Berto", una delle scuole più prestigiose e più frequentate (1. 370 studenti), la cui dislocazione attualmente è disposta in tre plessi per insufficienza di aule nella sede centrale di via Santa Ruba. A distanza di oltre tre anni la pratica potrebbe essere chiusa da qui a breve. Si intravedono spiragli positivi anche se non tutti all'amministrazione provinciale sono convinti di chiudere. Le parti sono disponibili a trattare, la proposta d'accordo è già sul tavolo degli amministratori. Anche se per il momento la delibera da parte dell'esecutivo non c'è ancora. Bisognerà conoscere i termini del nuovo accordo e soprattutto capire perché quello che non è stato possibile sottoscrivere nel 2008 potrebbe essere possibile oggi. Perché allora l'operazione che era stata predisposta venne definita scandalosa e oggi, invece, è accettabile? Che cosa è cambiato? E, soprattutto, chi ha ceduto: la ditta costruttrice o la Provincia? Eppoi, che fine farà il contenzioso pendente, quello davanti al Tribunale messo in piedi per il risarcimento del danno avanzato dall'impresa e il procedimento penale per il quale è coinvolto un dirigente della Provincia che aveva firmato il primo contratto? Sono tutti interrogativi che meritano una risposta anche se in questo caso non potrà essere definitiva perché la Provincia non ha scoperto le sue carte.

Il primo contratto. Che cosa prevedeva il primo accordo sfumato con l'arrivo alla Provincia dell'amministrazione di Francesco De Nisi? Il 2 luglio del 2008 tra Provincia (dirigente Antonio Vinci) e Immobiliare Europa Sas di Girolamo Soriano viene stipulato il contratto che prevedeva il fitto di un immobile adiacente al Liceo Scientifico (edifici già collegati tra loro da un tunnel) per sei anni con un canone annuo di 273. 432 euro più Iva. A monte c'era già un preliminare (un accordo a tutto tondo) che era stato definito e siglato il 28 settembre 2007. Nello stesso contratto si gettavano pure le basi per una futura vendita dell'edificio ad un prezzo che sarebbe stato determinato da apposita commissione. L'edificio ha una superficie di 2.034 metri, mente l'area esterna è di 2.446. L'accordo prevedeva che la società l'immobiliare Europa avrebbe dovuto completare e consegnare i lavori entro il 31 agosto del 2008.

Indietro tutta. Il 16 luglio 2008 il dirigente Antonio Vinci sottoscrive una nuova determina con la quale dichiara l'inefficacia del contratto di locazione precedentemente pattuito sostenendo che l'immobile era sprovvisto della destinazione d'uso occorrente per essere utilizzato quale sede di un istituto scolastico. E da qui nasce un procedimento civile, prima al Tar e poi davanti al Tribunale dove attualmente è ancora pendente. L'impresa si sente danneggiata, sostiene di avere eseguito i lavori dell'edificio secondo gli accordi presi con l'ufficio tecnico della Provincia. L'amministrazione, invece, si rifiuta di prendere l'immobile perché il fabbricato non è idoneo ad ospitare la scuola.

La destinazione d'uso. L'edificio effettivamente nasce in una zona che lo strumento urbanistico indica come artigianale, e per un'attività di questo tipo aveva ottenuto il permesso a costruire. Ma l'immobile oggi presenta le caratteristiche specifiche di una scuola. La società costruttrice, sulla base della legge regionale chiede il cambio di destinazione d'uso da artigianale a servizi didattici e alle imprese e versa una somma di circa 140mila euro per oneri di urbanizzazione. Viene pertanto predisposto un progetto in tale direzione e ottiene da palazzo "Luigi Razza" una destinazione per attività didattiche e laboratori. Successivamente presenta un progetto per ampliare la volumetria. Di fatto bisognava chiudere il piano superiore dell'immobile all'interno del quale realizzare ulteriori aule.

Il caso in Consiglio. La pratica arriva a palazzo "Luigi Razza" il 22 dicembre 2008 ma l'assessore all'Urbanistica la ritira dall'ordine del giorno perché la Provincia non aveva manifestato ufficialmente l'intenzione di acquistare l'immobile. E la pratica rimane pendente in attesa di tempi migliori che, forse, cominciano ad affiorare all'orizzonte.

Il nuovo accordo. Le parti cominciano a parlarsi e decidono di trovare un'intesa. Su quali basi? L'edificio sarà acquistato dalla Provincia. Prezzo? Circa 4 milioni di euro, o comunque ad un prezzo che dovrà tenere conto della valutazione Ute. In attesa che l'ente trovi le somme (bisognerà aspettare il nuovo bilancio) per l'acquisto dell'edificio il Liceo Scientifico può cominciare ad usufruire dei locali che la Provincia provvederà a prendere in affitto (13 euro a metro quadrato). Sulla base di questo accordo l'immobiliare Europa si impegna a ritirarsi da tutti i procedimenti sia civile che penale.

Nicola Lopreiato, Gazzetta del Sud, 22 gennaio 2011